Sant’Andrea Apostolo
Località: Mossa
Decanato: Lucinico - Ločnik
Stazione curata / status giuridico: parrocchia (dal 1898)
Data edificazione: sec. XVI, ampliata nel sec. XVIII
Benedizione / Consacrazione: fu riconsacrata il 21 maggio 1759, per mano di Carlo Michele d’Attems, principe arcivescovo di Gorizia, nel corso della visita pastorale
 
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Entità e cause del danneggiamento: La chiesa, posta nella Zenta, ai confini con la comunità di Lucinico, “aveva una buona architettura classica” (Moschetti). Fin dai primi giorni delle ostilità (maggio/giugno 1915), i colpi dell’artiglieria (soprattutto austriaca) furono particolarmente violenti sulle colline sopra la Pubrida e provocarono il crollo totale del tetto risparmiando tuttavia la maggior parte dei muri perimetrali con il campanile. A causa del bombardamento apparvero alla luce tracce di affreschi, scoperti dall'Ufficio Belle Arti, poi lasciati deperire: nel dopoguerra le rovine dell'edificio permasero in loco fino agli anni Trenta, mentre i resti della vecchia torre campanaria furono demoliti appena nel 1961. L’amministratore parrocchiale don Arturo Pinat il marzo 1920 comunicava all’Ordinariato la stima dei danni dei beni appartenenti alla parrocchia, tra cui la chiesa distrutta (per un totale di 2.168.219 lire).
Riparazione / ricostruzione: Il principe arcivescovo di Gorizia mons. Sedej, in data 29 dicembre 1919, si rivolgeva all’Ufficio tecnico della Direzione Militare Lavori della Venezia Giulia (Genio militare) richiedendo la riparazione in conto danni di guerra di alcune chiese della città di Gorizia e del circondario, tra cui quella di Mossa: l’intenzione era quella di ripristinare l’antico edificio, non completamente distrutto a causa delle operazioni belliche. Il presule, nella stessa nota, indicava i nomi dell’architetto Giovanni Ceas e dell’impresa Pasquali & c. quali affidatari dell’incarico. L’istanza non ebbe seguito. Il 21 agosto 1920, con l’autorizzazione di mons. Sedej, fu benedetta la cappella provvisoria dedicata a s. Andrea e collocata nella casa canonica, ad opera del nuovo parroco decano di Lucinico, don Pietro Mosettig. Don Arturo Pinat aveva chiesto la liquidazione di 20.000 corone in titoli di stato, proprietà del beneficio parrocchiale, senza ottenere riscontri; sino ad allora le celebrazioni liturgiche erano state officiate nella cappella di villa Codelli, avendo l’autorità militare negato il permesso di predisporre una baracca a tale scopo, come nella vicina Lucinico. La strada verso la ricostruzione fu lunga, anche a causa del continuo avvicendarsi di sacerdoti alla guida della parrocchia: il mossese don Guido Russian nell’aprile 1922 comunicava alla Curia la preparazione di un progetto da consegnarsi all’Opera di Soccorso per le chiese rovinate dalla guerra non senza rilevare difficoltà “specialissime di questa parrocchia, che è qualcosa di eccezionale in Friuli”. Grazie all’interessamento dell’avv. Luigi Pettarin, fu ottenuto un risarcimento pubblico che rese possibile la costruzione di un nuovo fabbricato, lasciando gli antichi resti al proprio destino. Nel 1926 la popolazione di Mossa, interrogata, espresse plebiscitariamente il desiderio di abbandonare l’antica collocazione periferica e di edificare l’erigendo tempio nel cuore del paese, in località “Mezzavilla”. Il progetto fu affidato all’architetto goriziano Silvano Baresi (Barich), con contratto sottoscritto il 10 agosto 1926 dallo stesso Baresi, dal parroco don Eugenio Pividor, dai fabbriceri, nonché dal titolare dell’impresa edile mossese affidataria, Giovanni Medeot & c., per un importo forfettario di 310.000 lire. Pochi giorni dopo, la prima pietra fu solennemente benedetta da mons. Francesco Castelliz, delegato arcivescovile, che benedì anche le nuove fondamenta. La ditta si impegnava a consegnare il lavoro non oltre il I. gennaio 1928. Altre spese dovute ad ulteriori interventi pari ad altre 100.000 lire (imposte, progettazione, spese impreviste, altare maggiore, fonte battesimale, sistemazione delle campane, orologio della torre, decorazione pittorica interna della chiesa, portale e zoccolo della facciata principale in pietra d’aurisina, esclusi lavori di recinzione, arredamento interno, organo, vetrate ornamentali etc.) furono approvate in data 15 ottobre 1926. Già nel mese di novembre dello stesso anno il parroco liquidò parzialmente un anticipo di 81.466,35 lire per l’effettuazione degli scavi e delle fondazioni della chiesa e del campanile, incluse le murature d’elevazione. Nell’aprile del 1927 lo stato d’avanzamento dei lavori era a buon punto e fu posato il tetto. Il disegno dell’altare maggiore fu affidato ad Amerigo Valent, di Aurisina, autore di analoghi lavori nelle chiese di Vertoiba in Campi santi e s. Martino del Carso (26 giugno 1927). Il bozzetto proposto da Giovanni Battista Novelli fu scartato per poche lire (12.000 lire contro le 11.841 offerte dal Valent). L’organo, prodotto dalla ditta padovana Domenico Malvestio e figlio, venne collocato nella cantoria sopra l’ingresso principale alla vigilia della riapertura al culto del tempio, nel mese di agosto del 1927, che si presentava in uno stile neobarocco a navata unica, con una sobria facciata dotata di un rosone centrale.
Inaugurazione / nuova consacrazione o benedizione: L’altare maggiore fu solennemente consacrato il 14 agosto 1927 ad opera del principe arcivescovo di Gorizia, mons. Francesco Borgia Sedej.
Campane e campanili: Durante lo sgombero per il recupero dei materiali, tra le rovine dell’antica torre campanaria furono rinvenute “due campane illese”. Dati 2 marzo 1941: la prima (1600 kg, Broili Udine, 1911); la seconda (1000 kg, Colbacchini, 1927), la terza (700 kg, De Poli, 1933, rifusa). Tutte di bronzo.
Inventari ed elenchi: Stato patrimoniale ed economico della Chiesa parrocchiale di s. Andrea ap. in Mossa, compilato dal parroco don Pividor il 15 gennaio 1930; Inventario dei beni di proprietà della chiesa parrocchiale di s. Andrea in Mossa, a firma di don Tarcisio Nardin, 15 marzo 1957.
Riferimenti archivistici.
ACAG , Parrocchie italiane, Beni Parrocchiali, Inventari-Stralci, b. 8, f. 7 (Mossa).
Archivio storico della Parrocchia di s. Andrea apostolo in Mossa.
ASGO, Genio Civile, Pratiche generali, Ufficio Campane, b. 1510, f. 5215.
http://www.archiviodistatogorizia.beniculturali.it/il-patrimonio/fondi-amministrativi/ufficio-provinciale-del-genio-civile-bb-1473-e-regg-206-1923-1966-inventario
ASTS, Genio Civile, b. 153, f. III e 2 a.
Riferimenti bibliografici e sitografia.
COMMISSARIATO PER GLI AFFARI AUTONOMI DELLA PROVINCIA DI GORIZIA E GRADISCA , Relazione sull’attività svolta nel triennio 1918-dicembre 1921, Vol. I., P. I-IV, Gorizia, Tipografia sociale, 1922, p. 107.
«L’Idea del Popolo», (22 agosto 1926), n. 33, p. 4.
«L’Idea del Popolo», (21 agosto 1927), n. 32, p. 3.
A. MOSCHETTI, I danni ai monumenti ed alle opere d’arte nelle Venezie nella guerra mondiale 1915-1918, IV, Venezia, Ferrari, 1931, p. 52.
A. GEAT, La villa di Mossa , 1962 (Udine, Fulvio, 1980).
Novecento a Gorizia. Ricerca di una identità. Urbanistica e architettura, Venezia, Marsilio, 2000, scheda a p. 92.
L. MLAKAR, L. DEBENI , Sacra itinera, dalla Fototeca della Biblioteca del Seminario, Gorizia, Biblioteca Pubblica del Seminario Teologico Centrale, Edizioni della Laguna, 2007.
M. PLESNICAR, “Novecento mossese (1918-1960)”, in Mossa nella storia, a cura di L. FERRARI e D. DEGRASSI, Mossa e Gorizia, Comune di Mossa, Istituto di storia sociale e religiosa, 2009.
I. PORTELLI, “L’Ottocento”, in Mossa nella storia, a cura di L. FERRARI e D. DEGRASSI, Mossa e Gorizia, Comune di Mossa, Istituto di storia sociale e religiosa, 2009.